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Caffè sempre più caro, non solo per l’inflazione, ma anche per il cambiamento climatico #adessonews

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L’aumento del prezzo del caffè, ormai un dato di fatto per molti consumatori, è destinato a diventare sempre più evidente. Cristina Scocchia, amministratore delegato di Illycaffè, è convinta che uno dei principali responsabili sia il cambiamento climatico. Eventi meteorologici estremi, siccità prolungate e parassiti sempre più resistenti stanno mettendo a dura prova le coltivazioni di caffè in tutto il mondo, compromettendone la resa e la qualità.

Giuseppe Lavazza, presidente dell’azienda torinese, conferma questa tendenza, sottolineando come la crisi del caffè sia multifattoriale. Oltre al cambiamento climatico, il blocco del canale di Suez, la guerra in Ucraina e le turbolenze finanziarie globali hanno contribuito a destabilizzare il mercato e a far schizzare i prezzi.

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Il cambiamento climatico è il vero protagonista di questa crisi. Le zone tradizionalmente vocate alla coltivazione del caffè, come il Sud America e l’Africa, sono sempre più esposte a condizioni climatiche avverse che minacciano la sopravvivenza delle piante. Le ondate di calore, le siccità prolungate e le piogge torrenziali stanno alterando gli ecosistemi e rendendo le coltivazioni più vulnerabili a malattie e parassiti.

Le conseguenze di questa situazione sono molteplici: riduzione della produzione, aumento dei costi di produzione, minore qualità del prodotto finale. Tutti questi fattori si ripercuotono inevitabilmente sul prezzo finale della tazzina di caffè, che i consumatori sono costretti a pagare sempre di più.

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La guerra in Ucraina ha ulteriormente aggravato la situazione, provocando un aumento dei costi dell’energia e delle materie prime, e rendendo più difficoltoso il trasporto delle merci. Il blocco del canale di Suez ha causato ritardi nelle spedizioni e ha contribuito ad aumentare i costi logistici.

Le prospettive per il futuro non sono rosee. Gli esperti prevedono che la situazione potrebbe ulteriormente peggiorare nei prossimi anni, con un conseguente aumento dei prezzi del caffè. Per affrontare questa sfida, è necessario investire in pratiche agricole sostenibili, in grado di mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici e garantire la produzione di caffè di alta qualità. Inoltre, è fondamentale promuovere la diversificazione delle varietà di caffè e lo sviluppo di nuove tecnologie per migliorare la resistenza delle piante alle malattie e ai parassiti.

Il caffè, una bevanda amata in tutto il mondo, è sempre più minacciata dagli effetti del cambiamento climatico. Per garantire la disponibilità di questo prezioso prodotto in futuro, è necessario agire ora per proteggere le coltivazioni e promuovere pratiche agricole sostenibili.

Aumento record del costo del caffè: impatto globale e prospettive future

L’amato rito della pausa caffè rischia di diventare sempre più oneroso. Il costo della materia prima, ovvero del caffè verde, ha infatti raggiunto livelli record negli ultimi mesi, con un aumento del 50% solo negli ultimi sei mesi. Questa impennata dei prezzi non riguarda solo i paesi sudamericani, tradizionali produttori di caffè, ma si estende anche ad altre regioni come il Vietnam.

Le conseguenze di questo aumento si ripercuotono sull’intera filiera produttiva e distributiva, fino ad arrivare al consumatore finale. I baristi sono i primi a risentirne, costretti ad affrontare un aumento significativo dei costi di acquisto del caffè. Di conseguenza, anche il prezzo della tazzina al bar è destinato a salire ulteriormente. Negli ultimi tre anni, il prezzo medio di una tazzina di caffè al bar è già aumentato del 15% e si prevede che questa tendenza continui nei prossimi mesi.

Quali sono le cause di questo aumento vertiginoso dei prezzi? Diverse sono le ragioni che hanno portato a questa situazione. Innanzitutto, condizioni climatiche avverse come siccità e gelate hanno colpito duramente le coltivazioni in molte regioni del mondo, riducendo la produzione e aumentando la domanda. Inoltre, l’aumento dei costi di trasporto a causa della crisi energetica e delle tensioni geopolitiche ha contribuito ad aggravare la situazione.

Le conseguenze per i consumatori sono evidenti: una tazzina di caffè sempre più cara. Ma non solo. L’aumento dei prezzi potrebbe portare a una riduzione del consumo e a un cambiamento nelle abitudini dei consumatori, con una tendenza verso l’acquisto di miscele di qualità inferiore o di prodotti solubili.

Le prospettive per il futuro non sono rosee. Gli esperti prevedono che i prezzi del caffè potrebbero rimanere alti per un lungo periodo, a meno che non si verifichino significative inversioni di tendenza a livello climatico e geopolitico.

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Il caffè rischia di diventare un lusso sempre meno accessibile a causa dell’aumento dei prezzi. Per affrontare questa sfida, è necessario investire in pratiche agricole sostenibili, in grado di mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici e garantire la produzione di caffè di alta qualità. Inoltre, è fondamentale promuovere la diversificazione delle varietà di caffè e lo sviluppo di nuove tecnologie per migliorare la resistenza delle piante alle malattie e ai parassiti.

L’aumento dei prezzi del caffè, un’analisi dei numeri

L’aumento dei prezzi del caffè negli ultimi anni è un fenomeno che sta creando grande preoccupazione. Prendendo come esempio la varietà Robusta, una delle più diffuse e utilizzate a livello mondiale, si osserva un chiaro aumento che ha raggiunto livelli record. Nella prima settimana di luglio, il prezzo di questa qualità ha toccato i 4.597 dollari per tonnellata, un valore che rappresenta un incremento sostanziale rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, quando il costo era di 2.600 dollari per tonnellata. Per comprendere la portata di questa crescita, basta considerare che all’inizio del 2020 il prezzo della Robusta era di appena 1.300 dollari per tonnellata.

Questo aumento esponenziale non è un caso isolato, ma riflette una serie di fattori globali, tra cui il cambiamento climatico, che ha messo sotto pressione la produzione di caffè in molte regioni del mondo, e i problemi legati alla catena di approvvigionamento, che ha subito rallentamenti significativi negli ultimi anni. Questi fattori, uniti a instabilità geopolitiche e all’aumento della domanda, hanno contribuito a far schizzare i prezzi verso l’alto.

L’aumento del prezzo del caffè non solo colpisce i produttori, ma ha un effetto a catena su tutta la filiera, che alla fine si riflette sui consumatori. È probabile che, se questa tendenza continuerà, il costo della tazzina di caffè subirà ulteriori rialzi, incidendo sempre più sulle abitudini di consumo quotidiane in tutto il mondo.

Cambiamento climatico e coltivazione del caffè, una crisi globale

Il cambiamento climatico sta esercitando una crescente pressione sulla produzione di caffè, che richiede condizioni climatiche precise per crescere in modo ottimale. Il 2023 è stato l’anno più caldo mai registrato e il 2024 è iniziato con temperature ancora più elevate. Le coltivazioni di caffè, in particolare, dipendono da temperature stabili, tassi di umidità regolari e piogge costanti, ma la crisi climatica sta portando a eventi meteorologici estremi e imprevedibili, mettendo in pericolo questo delicato equilibrio.

Un esempio drammatico è rappresentato dal Brasile, il più grande produttore di caffè al mondo. Nel 2021, le coltivazioni brasiliane sono state colpite da gelate improvvise, un evento che non si verificava dal 1944. Queste condizioni estreme hanno danneggiato gravemente le piante, riducendo la produzione e provocando un aumento dei prezzi a livello globale.

Anche in paesi come Messico, Colombia e Honduras, l’impatto del cambiamento climatico si è fatto sentire. L’aumento dell’umidità in queste regioni ha causato il ritorno della “ruggine del caffè”, un fungo devastante che attacca le coltivazioni e compromette gravemente la resa. Questo patogeno è una delle maggiori minacce per la produzione di caffè, e il suo ritorno è stato favorito proprio dalle condizioni climatiche alterate.

Questi eventi dimostrano quanto sia vulnerabile la coltivazione del caffè di fronte ai cambiamenti climatici, con conseguenze che si riflettono non solo sui produttori, ma anche su tutta la filiera, fino ad arrivare ai consumatori finali.

L’impatto del cambiamento climatico sul trasporto marittimo internazionale

Il cambiamento climatico agisce come un potente moltiplicatore di crisi, aggravando una situazione già piuttosto instabile, in particolare nei punti critici della logistica del trasporto marittimo internazionale. Secondo il Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici, si stima che entro il 2030 gli incrementi di prezzo nel commercio internazionale potrebbero raggiungere 34 miliardi di dollari, a causa degli effetti dei cambiamenti climatici su tre punti strategici fondamentali del trasporto marittimo globale: il canale di Panama, il canale di Suez e gli Stretti turchi.

Questi punti critici, noti anche come “chokepoints”, sono vie di transito essenziali per il commercio marittimo. Il canale di Panama, ad esempio, sta affrontando gravi problemi di congestione dovuti a una prolungata siccità, che ha ridotto gli spazi navigabili. Dall’altro lato, il canale di Suez è rimasto bloccato per mesi, costringendo le grandi navi merci a affrontare ritardi considerevoli e a dover circumnavigare l’Africa per raggiungere le loro destinazioni.

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Questa situazione porta a un aumento dei costi delle rotte marittime che possono arrivare fino al 400%, mentre i ritardi nelle consegne possono variare tra i 10 e i 20 giorni. Questi fattori non solo impattano direttamente i costi del commercio, ma contribuiscono anche a creare un effetto a catena che può influenzare l’intera economia globale, rendendo la resilienza del sistema di trasporto marittimo sempre più critica in un contesto di cambiamenti climatici sempre più intensi.

Il caffè tra sostenibilità e mercato, le sfide di un settore in trasformazione

Il mercato del caffè sta attraversando un periodo di profonda trasformazione, caratterizzato da sfide complesse e interconnesse. Tra queste, l’aumento dei prezzi delle materie prime e le nuove normative sulla sostenibilità stanno mettendo a dura prova produttori e distributori.

Giuseppe Lavazza, presidente del gruppo torinese, ha recentemente sottolineato come la crescita dei prezzi del caffè sia un fenomeno destinato a persistere nel tempo. Questa tendenza, alimentata da una combinazione di fattori quali il cambiamento climatico, l’aumento della domanda globale e la volatilità dei mercati, sta mettendo sotto pressione l’intera filiera produttiva.

Un’ulteriore sfida è rappresentata dal Regolamento Ue sulla deforestazione, parte integrante del Green Deal europeo. Sebbene l’obiettivo di proteggere le foreste tropicali sia condiviso, l’applicazione di questa normativa in contesti complessi come quelli dei Paesi in via di sviluppo presenta notevoli difficoltà. Come sottolineato da Lavazza, in molti casi è praticamente impossibile per i produttori di caffè, soprattutto quelli più piccoli, soddisfare i rigorosi requisiti burocratici richiesti dalla nuova legge.

Questa situazione pone di fronte a un dilemma: da un lato, è fondamentale garantire la sostenibilità ambientale e sociale della produzione del caffè; dall’altro, è necessario evitare di penalizzare i piccoli produttori e di compromettere la disponibilità di questa bevanda per i consumatori.

L’impatto del cambiamento climatico sulle soft commodities

Andrea Illy, a capo dell’omonima azienda, ha messo in luce la presenza di fenomeni diversi che stanno influenzando il mercato. In particolare, si osserva un fenomeno di speculazione che è stato innescato da fattori climatici, il quale interessa in generale le soft commodities. I mercati stanno finalmente prendendo consapevolezza dell’impatto del cambiamento climatico sulla produttività e del rischio di scarsità di molti beni. Questa consapevolezza è fondamentale per affrontare le sfide future del settore agricolo.

Illy sottolinea che non è necessario guardare con negatività ai prezzi del caffè al bancone. Secondo lui, il prezzo della tazzina di caffè è attualmente assolutamente troppo basso rispetto al valore intrinseco del prodotto. È evidente che per rendere il settore del caffè più sostenibile, è necessario adottare una strategia che preveda prezzi più alti.

Facendo un confronto con altri prodotti, viene evidenziato come un soft drink possa costare più del doppio di una tazzina di caffè, nonostante non vi sia un reale giustificativo per tale disparità di prezzo, essendo il soft drink un prodotto confezionato. Questa situazione evidenzia la necessità di una riflessione critica sui costi e sul valore reale del caffè, affinché possa essere garantita una remunerazione adeguata per i produttori, contribuendo così a una maggiore sostenibilità nel lungo termine.

L’aumento dei prezzi del caffè, effetti sui consumatori e prospettive future

I picchi nei prezzi del caffè registrati dall’inizio dell’anno avranno effetti diretti e significativi sui consumatori finali. Secondo Gabriele Melluso, presidente di Assoutenti, si teme che i rialzi delle quotazioni del caffè possano portare, nelle prossime settimane, a incrementi dei prezzi sia per le consumazioni al bar che per il caffè venduto nei supermercati. Anche un aumento di pochi centesimi potrebbe rappresentare una stangata per le tasche dei consumatori, considerando che in Italia vengono serviti circa 6 miliardi di caffè all’anno nei locali pubblici.

Negli scorsi mesi, il costo delle materie prime era stato in gran parte assorbito dalle aziende, ma ora si potrebbe entrare in un periodo di rincari sempre più visibili. Questa situazione è stata evidenziata dall’Unione Nazionale Consumatori (Unc), che ha osservato un cambiamento significativo a partire da quest’estate. Gli aumenti non si limitano al caffè, ma riguardano anche i prodotti al cioccolato. Massimiliano Dona, presidente dell’Unc, ha segnalato che nell’ultimo mese i prezzi hanno toccato il loro picco, con un incremento mensile notevole, che per il caffè si attesta addirittura all’1,7%.

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Entro la fine dell’anno, gli incrementi potrebbero continuare a salire, aggravando ulteriormente la situazione per i consumatori. Un ulteriore indizio che suggerisce questa direzione è rappresentato dalle recenti revisioni al rialzo delle stime sui prezzi delle materie prime da parte dei giganti della finanza, Morgan Stanley e Wells Fargo, che hanno aggiornato le loro previsioni per il 2025.

Questi sviluppi suggeriscono che il mercato del caffè si sta preparando a affrontare sfide significative nei prossimi mesi, e i consumatori potrebbero trovarsi a fronteggiare costi maggiori per un prodotto di largo consumo e di fondamentale importanza per la cultura italiana.





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