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Micromobilità e sicurezza: il rapporto OCSE #adessonews

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Implementare le aree con limite di velocità a 30 km/ora, monitorare e investire con sempre più convinzione sulle infrastrutture, promuovere l’adozione di sistemi di supporto alla guida nei veicoli di micromobilità. Sono solo alcune delle raccomandazioni che l’International Transport Forum (organismo intergovernativo dell’OCSE) ha pubblicato recentemente nel rapporto “Safer Micromobility”. Dalle biciclette a pedalata assistita ai monopattini elettrici, dagli hoverboard ai monowheel e ai segway, la micromobilità sta cambiando volto alle strade di molte città e può giocare un ruolo importante nella mobilità sostenibile del futuro. Il rapporto evidenzia le implicazioni per la sicurezza dei dispositivi di micromobilità alimentati di proprietà privata o condivisa, con particolare attenzione ai monopattini elettrici e alle e-bike. L’obiettivo è aumentare gli standard di sicurezza e mitigare i rischi.

Micromobilità e sicurezza: qual è la situazione incidenti?

Primo capitolo, gli incidenti legati alla micromobilità, che consistono in una minima parte di quelli complessivi sia in ambito urbano che interurbano. La maggior parte degli incidenti legati alla micromobilità sono legati a single-vehicle di bassa gravità, con lesioni minori. Ancora più bassa, dunque, la percentuale degli incidenti di micromobilità che portano alla morte. Quelli con gli e-scooter provocano principalmente lesioni alla testa e al viso. Oltre a tali lesioni, anche quelle agli arti superiori e inferiori sono comuni tra gli incidenti con e-scooter. Fratture, in particolare a carico della parte inferiore braccio e polso, sono comuni tra i conducenti di e-scooter, così come i traumi agli arti inferiori. In generale, gli infortunati con e-scooter e biciclette con traumi gravi presentano con lesioni cerebrali traumatiche doppie rispetto ai motociclisti (22% per gli e-scooteristi e 19% per i ciclisti contro l’11% dei motociclisti).

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Infrastrutture e parcheggi

Il rapporto dell’ITF prevede una serie di raccomandazioni legate ad un nuovo modo di concepire la mobilità, in connessione con l’esigenza di una sempre più marcata sicurezza per tutti. Suggerimenti che concernono sia le autorità sia gli operatori del settore. Con un unico obiettivo: un sistema di trasporto equilibrato e condizioni di viaggio sicure. Ecco le raccomandazioni per le autorità:

  • Infrastrutture sicure: è necessario approntare una manutenzione regolare delle infrastrutture, specialmente nelle aree di traffico ad alta micromobilità. Sviluppare una rete di micromobilità dedicata e ben collegata, garantendo la connettività con le reti di trasporto esistenti.
  • Parcheggi dedicati, con aree contrassegnate e ben delineate per e-scooter e biciclette sul marciapiede o sulle zone pedonali o condivise.

Micromobilità e sicurezza: l’importanza delle limitazioni di velocità

Tra le misure che appaiono imprescindibili, vi è l’incremento delle limitazioni di velocità a 30 km/h nelle aree con un alto uso di micromobilità. “Nelle aree in cui gli utenti della micromobilità condividono spazi pedonali, le autorità dovrebbero predefinire un limite di velocità sicuro (ad esempio 6-10 km/h)”, al fine di ridurre i conflitti tra ciclisti e pedoni. E ancora: incoraggiare l’uso di caschi appropriati per la micromobilità privata e condivisa. Inoltre, prevedere dei percorsi formativi ed educativi alla micromobilità a cominciare dalle scuole secondarie. Compito delle autorità, infine, dovrebbe essere la promozione di sistemi di supporto alla guida nei veicoli di micromobilità. Tra questi, l’assistenza alla frenata di emergenza, gli avvisi di velocità udibili, la tecnologia di rilevamento delle condizioni di guida, i sensori di rilevamento dell’occupazione, la notifica di parcheggio inappropriata.

Il ruolo degli operatori del settore nella micromobilità sicura

Non c’è micromobilità senza veicoli sicuri. Un messaggio che il rapporto dell’ITF lancia direttamente agli operatori del mercato. Il primo passo è garantire la manutenzione sistematica delle flotte. Seguendo protocolli di manutenzione all’avanguardia, sottolineando i controlli regolari dei componenti essenziali, inclusi freni, luci e batterie. Altro step fondamentale: disattivare l’accesso ai monopattini se viene rilevato il doppio uso di guida e/o alcol. “Gli operatori di micromobilità dovrebbero essere incoraggiati a incorporare sensori al veicolo per rilevare la doppia guida e introdurre test per identificare gli utenti sotto l’influenza di alcol e droghe”. Un ulteriore passaggio potrebbe essere lo studio e la valorizzazione di sistema tecnologici di supporto alla guida dei monopattini.

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