diFederico Rota
Il datore di lavoro dell’uomo, di origine egiziana: volevo assumerlo fisso
«È una cosa talmente assurda e fuori luogo. I rapporti con il mondo musulmano a Bergamo sono buoni. C’è dialogo e il sistema dell’accoglienza funziona». Anche monsignor Giovanni Carzaniga, parroco di Sant’Alessandro in Colonna, è rimasto colpito dall’inchiesta coordinata dalla Procura distrettuale di Brescia che ha portato all’arresto di Saied El Naijar.
Il giovane, 22 anni, egiziano, è stato arrestato dalla Digos e portato in carcere a Bergamo con l’accusa di terrorismo. Secondo gli inquirenti, accanto all’attività di proselitismo online, il 22enne si stava preparando a colpire i fedeli cristiani che frequentavano la chiesa, distante poco più di un centinaio di metri dal Pronto Pizza in via Garibaldi in cui lavorava nei fine settimana come aiuto pizzaiolo. Qui, da un’intercettazione contenuta nell’ordinanza di arresto, El Naijar in un’occasione avrebbe notato fuori dalla finestra delle persone vicine a un’altra chiesa, quella di San Giuseppe: «Se questo coltello che ho in mano entra nel corpo di un umano che faccio, esco o non esco?».
Pensieri opposti rispetto all’atteggiamento che il giovane ha sempre tenuto mentre era al lavoro: «È un ragazzo gentile, educato, non c’è mai stata una parola fuori posto. Quando ho saputo cosa era successo sono caduto dalle nuvole», dice il titolare Massimo Ghilardi.
Il primo curriculum lo aveva ricevuto dal ragazzo circa un anno fa, quando il 22enne abitava a Milano. Poi, dopo un periodo di pausa, El Naijar era tornato a lavorare in pizzeria la scorsa estate, a chiamata: «Era uno dei migliori ragazzi che abbia mai avuto al lavoro, tanto che lo volevo assumere a tempo indeterminato. Mi auguro che tutto questo sia un errore».
Campanelli d’allarme non ne sono mai suonati nella vicina parrocchia, dove l’integrazione è di casa: «Nel palazzo di fronte abita una coppia di giovani musulmani. E sotto il nostro portone spesso attende di ricevere le consegne un rider, anche lui di fede musulmana. Un altro venditore ambulante, originario dell’Africa, quando passa di qui saluta — elenca monsignor Carzaniga —. Per fortuna non è successo niente. Speriamo che tutto questo non abbia seguito».
E nemmeno al lavoro: «Nella mia pizzeria — continua il titolare — ci sono crocefissi all’ingresso e in cucina, mentre sopra il forno una madonnina che è lì da quando abbiamo aperto. Saied non ha mai dato segni di insofferenza». Lo ripete, uno dei migliori dipendenti passati dalla pizzeria, uno da assumere a tempo indeterminato.
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