11.55 – sabato 5 ottobre 2024
(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota stampa inviata all’Agenzia Opinione) –
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Per molti anni l’Italia è stata il primo Paese in Europa e secondo a livello mondiale dopo gli Stati Uniti per numero di adozioni internazionali. Il trend però ha iniziato ad invertirsi nel tempo fino ad arrivare alla situazione allarmante attuale. I dati parlano chiaro: sono state 478 le adozioni internazionali concluse nel 2023 con 2300 adozioni ancora pendenti, in attesa di definizione. Se la motivazione fosse da ricondurre al fatto che nel mondo non vi sono più bambini in stato di abbandono e non vi fosse più la richiesta e/o necessità di poter garantire loro una famiglia, avremmo tutti raggiunto un ottimo risultato, l’obiettivo.
Se la motivazione fosse collegata alle situazioni di conflitto, o alla chiusura dei Paesi di origine, che impedisce il concludersi delle procedure di adozione, nulla si potrebbe fare. Se la motivazione dipendesse dalla diminuzione dei minori adottabili, in seguito a nuove politiche di aiuto all’infanzia e alle famiglie operate nei vari Paesi stranieri e dirette a ridurre lo stato di abbandono, non si porrebbe alcuna questione. Se però la motivazione risiedesse in ostacoli che di fatto impediscono la realizzazione del progetto adottivo come la constatazione che i costi a carico delle famiglie sono attualmente eccessivi, che non vi è conoscenza adeguata dell’opportunità concessa dall’adozione internazionale, che vi è una difficoltà burocratica dovuta all’assenza o inadeguatezza degli accordi che lo Stato Italiano deve siglare con i singoli Paese, allora parleremmo di un fallimento.
La ragione che rispecchia la situazione di oggi è purtroppo e prevalentemente quest’ultima e coinvolge anche la realtà del nostro territorio, le associazioni e gli enti dedicati trentini, tra i quali vi è l’unico ente autorizzato trentino riconosciuto dal Consiglio dei Ministri e iscritto all’Albo Nazionale: l’Associazione Amici Trentini ODV.
Per questo la consigliera provinciale Mariachiara Franzoia interroga la giunta e chiede di ripristinare il Gruppo di Coordinamento provinciale che raggruppa tutti i soggetti pubblici e privati interessati; di sostenere le famiglie adottive prevedendo e attivando un Fondo per le adozioni internazionali come avviene in altre Regioni; di supportare gli enti preposti del territorio che svolgono una funzione su delega dell’Ente pubblico, stipulando convenzioni adeguate e specifiche; di interloquire con la CAI (Commissione per le adozioni internazionali e il Ministro competente per attivare nuovi canali adottivi e ravvivare gli accordi bilaterali già in essere.
Mariachiara Franzoia – Consiglio Provincia autonoma Trento (Pd del Trentino)
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