diChristian Benna
Scompaiono Ativa e Satap. Al loro posto a gestire i i caselli e le strade della tangenziale di Torino, la Torino Piacenza, l’Ivrea Quincinetto e la bretella autostradale di Santhià, ci sarà la Itp
«Ma quello in televisione sei tu? Che hai combinato?». Matterino Dogliani, 84 anni, patron del Consorzio Stabile Sis, ha scoperto dalle parole di sua moglie che quella visita, giovedì mattina, della Guardia di Finanza agli uffici di Torino per acquisire documentazione contabile era diventata in Tv «Mazzette in cambio di appalti» nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Milano su presunte tangenti da 846 mila euro su lavori di manutenzione della rete stradale della Pedemontana Veneta. «Tutto vero: paghiamo i collaudatori come e quanto la legge ci obbliga a fare». La società, ribadendo che nessuno dei dirigenti e degli amministratori è indagato e che i pagamenti per i collaudi delle opere sono obbligatori per legge così come le tariffe applicate, si dichiara estranea ai fatti riportati dai media. Matterino Dogliani e suo nipote Claudio D0gliani, ad del Consorzio, sono amareggiati e non hanno troppa voglia di parlare. «Negli ultimi 15 anni abbiamo vinto un solo appalto con Anas, appunto quello della Pedemontana. Altro che bustarelle in cambio di favori. Con Anas abbiamo sempre perso le gare e oggi ci troviamo in una bufera mediatica».
Autostrade piemontesi
E pensare che i Dogliani fino a qualche giorno fa si apprestavano a stappare bottiglie, magari di Barolo delle loro cantine Batasiolo a La Morra, per festeggiare, dopo tre anni di corsi e ricorsi, dure battaglie legali con il gruppo Gavio, il via libera al controllo delle autostrade piemontesi e l’ok al progetto della Città della Salute di Torino. In altre parole il Consorzio Stabile Sis, circa 300 milioni di fatturato e un migliaio di dipendenti, si prepara a prendere in mano il volante delle due grandi infrastrutture del Piemonte. «Mia moglie dice di lasciar perdere, ma io vado avanti, non mollo» assicura Matterino Dogliani agli amici e ai manager che conoscono tutti gli ostacoli del business delle infrastrutture.
La Ivrea-Torino-Piacenza
Anche perché dopo l’ok della Corte dei Conti e la firma di tre giorni fa, il primo dicembre i Dogliani saranno i «signori delle autostrade piemontesi»: una partita da 300 milioni di euro l’anno; in tutto 462 chilometri. Scompaiono Ativa e Satap. Al loro posto a gestire i i caselli e le strade della tangenziale di Torino, la Torino Piacenza, l’Ivrea Quincinetto e la bretella autostradale di Santhià, ci sarà la Itp. La neo-costituita società «Ivrea— Torino— Piacenza» acquisirà i 400 dipendenti oggi a libro paga del gruppo Gavio, che lavoreranno per i Dogliani nei prossimi 12 anni di concessione.
Il nuovo Parco della Salute
Altro capitolo: quella dalla sanità. Quasi sfumata l’ipotesi di partnership pubblico privata per l’ospedale di Cuneo, il Consorzio Stabile Sis, per un investimento complessivo di 511 milioni, si è aggiudicato la gara per il nuovo Parco della Salute di Torino: i posti letto saranno 1.040, la superficie sarà di 140.000 metri quadrati. Un cantiere che dovrebbe rimettere a nuovo le infrastrutture sanitarie della città. «Spero che il Parco della Salute si faccia sul serio. Il territorio ne ha bisogno. Quest’anno lavoreremo al progetto esecutivo e poi nel 2025 se tutto filerà liscio i cantieri», spiega il presidente del Consorzio Matterino Dogliani. Ma c’è un ma. Il bailamme mediatico sull’inchiesta Anas ha provocato qualche smottamento. L’assicurazione che che blocca i fidi, le banche che fanno domande, i fornitori che temono ulteriori sbandate. «Andiamo avanti e saremo comunque pronti il primo dicembre, sempre nel rispetto delle istituzioni e delle magistratura. Abbiamo sempre agito correttamente» assicura Claudio Dogliani.
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