Non si placano le discussioni sul nuovo Rampy Park inclusivo previsto al parco San Valentino. La consigliera del Pd Irene Pirotta ha presento una interrogazione per esprimere alcune perplessità sull’impianto. Il 27 marzo 2023 l’amministrazione comunale ha presentato il piano delle opere pubbliche e in quell’occasione è stato illustrato, per la prima volta, il rendering del parco. “Il principale elemento di contestazione dell’opera è che si spendano 570 mila euro di fondi PNRR destinati alla rigenerazione urbana, quindi destinati alle aree periferiche e degradate, in un area centrale e funzionale: il parco San Valentino” ha dichiarato Pirotta.
L’amministrazione ha scelto di intraprendere questa strada per due motivi: creare un grande polo inclusivo, per le disabilità fisiche e intellettuali; realizzare un’attrazione turistica a chilometro zero per le attività e inclusione dei soggetti più fragili, accessibile tutto l’anno.
“Personalmente ritengo che l’attenzione dei più fragili passi da altre priorità come l’abbattimento delle barriere architettoniche e i servizi di sanità territoriali” – prosegue la consigliera – “L’amministrazione evidentemente sottovaluta che la struttura, essendo aperta, sarà comunque soggetta alle condizioni metereologiche per cui sarebbe un paradosso realizzare un ramping park inclusivo al San Valentino e togliere un servizio territoriale di prossimità al Galvani come il centro A.r.t.Sa.m”.
In più c’è il tema dell’impermeabilizzazione del suolo per realizzare la struttura e rendere accessibile anche alle sedie a rotelle. “Ritengo che il Parco San Valentino sia già fruibile, motivo per cui, in un ottica di servizi ed economia diffusa sul territorio, se si vuole fare il ramping park, questo andrebbe fatto in aree più periferiche o che richiedono un miglioramento nelle strutture o nella supervisione, per esempio Parco Cimolai che si trova con una fontana dismessa e abbandonata nel suo centro oltre ai bagni perennemente chiusi perché non c’è nessuno che può controllarli o gestirli”.
Per Pirotta la presenza del bagno è un’altra condizione essenziale per la realizzazione di un’attrazione turistica. “I bagni pubblici presenti al San Valentino possono essere ritenuti sufficienti per servire l’utenza quotidiana del parco e quella del futuro Ramping Park, ancora senza progetto esecutivo? Il bagno gestito potrebbe penalizzare la fruizione libera del servizio?”.
Secondo la consigliera “ogni quartiere dovrebbe avere il parco di prossimità curato e facilmente fruibile anche da chi ha difficoltà motorie, che non sono solo i disabili, ma anche gli anziani, grande bacino di utenza delle aree verdi assieme ai bambini. Centralizzare può andare bene per alcuni servizi, ma l’inclusione e l’economia deve essere diffusa sul territorio a partire dalle periferie”.
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