Napoli, c’è una chiesa medievale sepolta otto metri sotto al pavimento di un basso alle spalle di piazza Bovio: la scoperta l’ha effettuata un privato che, però, l’ha tenuta nascosta fino a ieri, quando i carabinieri sono andati a capire quel che accadeva in quel luogo e hanno individuato gli scavi che conducevano nel cuore dell’antico luogo di culto napoletano. La notizia è stata diffusa dall’Arma che, in un lungo comunicato, ha spiegato di aver individuato più di un’area ipogea appartenente allo stesso proprietario, all’interno delle quali sono stati individuati scavi e cunicoli che procedevano nel cuore della Napoli antica.
Il luogo più significativo fra quelli individuati dai carabinieri del nucleo Tutela Patrimonio Culturale è la chiesa medievale. Si trova a pochi metri di distanza da quella di Sant’Aspreno al Porto e, secondo le prime evidenze, potrebbe essere contemporanea al Sacello di Sant’Aspreno. Al momento dell’accesso al cantiere di scavo, i militari dell’Arma hanno individuato l’abside semicircolare affrescata della chiesa che viene giudicata in discreto stato di conservazione. Tra gli affreschi è ben individuabile l’immagine di un “Cristo in trono” al di sotto del quale, spiegano i carabinieri nella nota, ci sono «decorazioni a velarium ed una iscrizione dedicatoria in parte già decifrata».
Le lastre di marmo bianco
Nel corso degli scavi è venuta fuori anche una porzione delle lastre di marmo bianco utilizzate per la pavimentazione: «L’eccezionalità della scoperta – spiega la nota – restituisce al patrimonio pubblico i resti di un raro esempio di arte medievale dell’XI secolo, la cui decorazione riscontra delle similitudini con il vicino Sacello di Sant’Aspreno e si aggiunge alle non numerose testimonianze pittoriche del periodo medievale sul territorio nazionale».
Agli scavi di via Sedile di Porto i carabinieri sono giunti al termine di una indagine disposta e coordinata dalla Procura della Repubblica di Napoli, che mirava proprio all’individuazione di «attività illecite finalizzate allo scavo clandestino, al saccheggio e alla distruzione di aree archeologiche presenti nel sottosuolo del centro storico di Napoli». Al termine del sopralluogo è stato disposto il sequestro degli ambienti sotterranei nei quali è stata rinvenuta la chiesa. In realtà l’indagine non si è fermata allo scavo nel quale è stata individuata la chiesa, ma hanno coinvolto anche altre strutture appartenenti allo stesso proprietario del terraneo di via Sedile di Porto. Secondo il report diffuso dai carabinieri sono stati sottoposti a ispezione anche altri, numerosi, locali riferiti alla stessa persona, e quelle ispezioni hanno condotto all’individuazione di «altri cunicoli sotterranei oggetto di scavi clandestini, pertinenti alle fondamenta di un palazzo settecentesco vincolato quale bene culturale di particolare interesse storico-artistico» che pure sono stati sottoposti a sequestro.
Nel corso delle attività investigative, che sono state svolte anche nel solco dei protocolli di intesa stipulati tra la Soprintendenza di Napoli e la Procura, è stata determinante la competenza (e anche il contributo tecnico) degli esperti della Soprintendenza che hanno consentito di identificare e datare migliaia di oggetti rinvenuti in possesso dell’imprenditore napoletano che avrebbe avviato le operazioni di scavo nel Centro Storico.
Sono stati individuati e posti sotto sequestro oltre 10.000 frammenti di ceramica di epoca romana e medievale probabilmente provenienti dal settore suburbano dell’antica città di Neapolis. Si tratta di oggetti che potrebbero essere riferiti ad altre aree di scavo non ancora esplorate dai militari dell’Arma nel corso delle attività investigative. Non c’erano solo frammenti di reperti archeologici tra il materiale posto sotto sequestro dei carabinieri del nucleo Tutela Patrimonio, sono stati ritrovati, infatti, anche 453 oggetti integri, tutti riferibili ad attività di recupero archeologico: si tratta di crateri a figure rosse, anfore, lucerne e pipe in terracotta, monete di epoca romana e medievale.
l cunicoli
Le attività di indagine dei carabinieri proseguiranno anche nel corso delle prossime settimane. Si tratta di individuare e percorrere molti altri cunicoli che attraversano il cuore della Napoli storica, che potrebbero aver intercettato altri luoghi antichi e sepolti della città, attualmente ancora sconosciuti.
In realtà un quadro preciso dello sviluppo dei cunicoli che percorrono la città di Napoli, non esiste. Un database completo dei percorsi esplorati dal dopoguerra e fino ad oggi è in possesso del servizio sottosuolo del Comune di Napoli, ma si tratta di una mappa necessariamente incompleta perché esistono, con certezza, centinaia di altri percorsi ipogei che non sono mai stati raggiunti perché occlusi da crolli oppure nascosti da costruzioni realizzate nel corso dei secoli e, quindi, dimenticati.
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