Green Deal 2.0 e politiche abitative nella nuova Commissione UE #adessonews

La nuova Commissione europea 2024-2029, guidata da Ursula von der Leyen, punta su una transizione verde che coniuga decarbonizzazione e competitività industriale. In primo piano, le politiche abitative e l’edilizia come pilastri del Green Deal 2.0.

Un patto industriale per una Europa verde

La nuova Commissione europea, che guiderà l’Europa dal 2024 al 2029, ha come priorità il rafforzamento del Green Deal, mantenendo il focus su decarbonizzazione e competitività industriale.

Ursula von der Leyen ha sciolto la riserva sulle deleghe “green”, indicando la spagnola Teresa Ribera come vicepresidente esecutiva incaricata della transizione pulita, giusta e competitiva. Ribera, già nota per la sua gestione della crisi energetica durante la presidenza spagnola del Consiglio UE, avrà il compito di far avanzare il Patto Industriale Verde. Questo piano, atteso nei primi 100 giorni del nuovo mandato, accompagnerà l’industria verso una decarbonizzazione accelerata, con l’obiettivo di mantenere l’Europa al passo con gli ambiziosi target climatici fissati dal Green Deal.

Green Deal 2.0 e politiche abitative: la casa al centro della transizione verde

Una delle novità più rilevanti è l’introduzione del ruolo di Commissario europeo per l’edilizia abitativa, affidato al danese Dan Jorgensen. Per la prima volta nella storia della Commissione, la questione abitativa è considerata un tema centrale nella transizione energetica.

Gli edifici, infatti, rappresentano uno degli elementi chiave per ridurre le emissioni e migliorare l’efficienza energetica. Jorgensen sarà responsabile di un piano europeo per l’edilizia a prezzi accessibili, volto a garantire abitazioni sostenibili e efficienti per tutti i cittadini.

Il nuovo piano europeo per l’edilizia abitativa, che sarà sviluppato sotto la guida di Jorgensen, punta a correggere queste distorsioni, attraverso una strategia che favorisca l’offerta di alloggi sostenibili e accessibili per tutti. La sfida è duplice: da un lato ridurre l’impatto energetico degli edifici, dall’altro garantire che il diritto alla casa sia rispettato in tutta Europa.

Politiche abitative e Green Deal 2.0 in “salsa italiana”

Ci preme rilevare come il recente intervento del Presidente di Confindustria Emanuele Orsini, e le dichiarazioni del Ministro Gilberto Pichetto Fratin mostrano un approccio in netto contrasto con il Green Deal europeo.

Confindustria sembra voler rievocare il “boom edilizio” del dopoguerra, spingendo per una rinascita del settore delle costruzioni. Tuttavia, in un’epoca di emergenza climatica, questa proposta ci appare anacronistica,  pericolosa e in controtendenza. Invece di puntare su piani concreti di adattamento climatico, per sfruttare i fondi del PNRR e del Piano di adattamento climatico, si rilancia il mattone come soluzione ai problemi economici del Paese, ignorando il devastante impatto ambientale di decenni di cementificazione in aree fragili e a rischio idrogeologico (vedasi le recenti alluvioni in Emilia Romagna).

A questa visione si aggiunge l’annuncio di Pichetto Fratin sul rilancio del nucleare, con promesse di risparmi di 34 miliardi di euro l’anno. Tuttavia, tale approccio solleva interrogativi: mentre l’Unione Europea spinge per la transizione verso energie rinnovabili e sostenibili, il ritorno al nucleare sembra andare nella direzione opposta. Inoltre, l’inizio della produzione di moduli nucleari previsto solo nel 2030 rischia di essere troppo tardivo per affrontare l’urgenza della crisi climatica.

Il Ministro ribadisce l’impegno al taglio delle emissioni per il 2050, ma accoglie con favore le richieste di Confindustria di un percorso “più compatibile” per le abitazioni e le auto elettriche, diluendo ulteriormente gli obiettivi ambientali e lasciando spazio a dinamiche che favoriscono un rallentamento della transizione ecologica. Il rischio è che, invece di avanzare verso un futuro green, si stia tornando indietro, sacrificando l’ambiente in nome di interessi economici di breve termine.

Bonus edilizi: in attesa della riforma

Intanto, la riforma dei bonus edilizi, annunciata più volte dal Ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin, che si pone come un passaggio cruciale per l’Italia in vista del recepimento della Direttiva Case Green, stenta ad arrivare.

Da alcune anticipazioni, apparse sugli organi di stampa, la riforma dovrebbe basarsi su tre novità:

• l’introduzione di un’aliquota ordinaria;
• sovvenzioni mirate solo per le famiglie a basso reddito;
• premi collegati alle performance energetiche raggiunte dagli interventi.

Il Ministro propone un superamento della logica generalista del Superbonus 110%, che, esteso senza distinzione di merito o necessità, ha creato distorsioni nel mercato. Invece, i nuovi incentivi dovrebbero essere mirati, favorendo chi ha effettivamente bisogno di adeguarsi alle normative europee, e puntando a risultati concreti in termini di efficienza energetica.