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La procura di Milano ha chiuso le indagini sul caso che riguarda la commercializzazione del pandoro Balocco con il marchio di Chiara Ferragni. All’influencer sono contestati 2 milioni di euro di ingiusto profitto a causa della campagna pubblicitaria ritenuta ingannevole dalla procura.
Il caso risale al periodo natalizio del 2021 e la parte commerciale del supposto illecito è già stata risolta in sede Agcm. Lo sottolineano anche gli avvocati di Chiara Ferragni, che ritengono che nella vicenda non ci siano aspetti penali e starebbero cercando di avviare un dialogo con i magistrati.
Chiuse le indagini sul caso Balocco
La procura di Milano ha chiuso le indagini e potrebbe avviare una richiesta di processo per il caso Balocco, che coinvolge l’influencer Chiara Ferragni. L’accusa è di truffa aggravata e a portare avanti l’inchiesta sono la pm Cristian Barilli e il procuratore aggiunto Eugenio Fusco e condotta dal Nucleo di polizia economico finanziaria della guardia di finanza.
“Le indagini hanno permesso di ricostruire la pianificazione e la diffusione di comunicazioni di natura decettiva, volte a indurre in errore i consumatori in ordine al collegamento tra l’acquisto dei prodotti pubblicizzati e le iniziative benefiche” recita il comunicato della procura che accompagna la notizia della chiusura delle indagini.
Il caso risale al periodo natalizio del 2021. L’influencer Chiara Ferragni aveva stabilito un accordo per una sponsorizzazione di un pandoro prodotto dall’azienda Balocco. In concomitanza a questa iniziativa le aziende di Ferragni hanno donato 50mila euro all’ospedale pediatrico Regina Margherita di Torino. La campagna pubblicitaria però, secondo i magistrati, faceva intendere che le donazioni benefiche sarebbero state legate alle performance di vendita del pandoro. Un’operazione simile sarebbe stata portata a termine anche con delle uova di Pasqua distribuite da Dolci Preziosi.
Le dichiarazioni degli avvocati di Chiara Ferragni
Gli avvocati di Chiara Ferragni ritengono che il processo penale non sia necessario per chiarire la vicenda: “Riteniamo che questa vicenda non abbia alcuna rilevanza penale e che i profili controversi siano già stati affrontati e risolti in sede di Agcm. Avvieremo al più presto un confronto con i pubblici ministeri e confidiamo in una conclusione positiva della vicenda. Chiara Ferragni ha fiducia nel lavoro della magistratura e che la sua innocenza venga acclarata quanto prima” hanno dichiarato alla notizia della chiusura delle indagini.
Nel 2023 l’Autorità garante per la concorrenza e il mercato ha infatti avviato un’istruttoria sia su Balocco che sulle società di Chiara Ferragni, Fenice e TBS Crew, per pratica commerciale scorretta. A dicembre l’inchiesta si è conclusa con l’emissione di tre multe. Le aziende sono state condannate rispettivamente al pagamento di 420mila, 400mila e 675mila euro. Il totale delle sanzioni imposto alle imprese riconducibili a Chiara Ferragni è quindi di più di 1 milione di euro.
La procura però avrebbe ipotizzato guadagni illeciti per oltre 2 milioni di euro derivanti dalla campagna pubblicitaria. Tbs Crew e Fenice avrebbero guadagnato dalla vicenda più di 1,8 milioni di euro, mentre un’altra azienda legata a Chiara Ferragni, Sisterhood, sempre insieme a Fenice, ne avrebbe tratto profitto per 400mila euro.
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